Entro il 2030 l’Unione Europea ha stabilito che ogni prodotto tessile venduto nei suoi confini dovrà avere un passaporto digitale. Quali sono i vantaggi nell’adozione di questa soluzione per le imprese?
Tracciare la filiera, promuovere la “cultura della responsabilità”, venire incontro alle esigenze dei consumatori, favorire gli obiettivi di economia circolare sono alcuni dei risvolti positivi individuati da REMIRA Italia, azienda specializzata nell’offerta di soluzioni software avanzate per la gestione della supply chain, tra cui Web Label, il Passaporto Digitale dei Prodotti adottato già da importanti brand nel mondo della moda.
Per il 93% delle imprese che operano nel mondo della moda, l’informazione più accurata sulla tracciabilità dei prodotti tessili è il Paese di produzione. Per ovviare a questa scarsità di informazioni legate alla produzione, il cosiddetto Digital Product Passport (DPP), o Passaporto Digitale dei Prodotti, che entro il 2030 dovrà essere adottato in tutta l’Unione Europea per ogni prodotto tessile venduto nei suoi confini, rappresenta una tecnologia innovativa che ha l’obiettivo di migliorare la trasparenza, la responsabilità e la sostenibilità della filiera tessile, dalla produzione allo smaltimento.
Quali sono però i vantaggi nell’adozione di questa soluzione per le imprese?
- Tracciare la filiera: il DPP può contribuire a garantire la tracciabilità della filiera produttiva, fornendo informazioni più dettagliate sull’intero ciclo di vita del prodotto – dal processo di progettazione fino al riciclaggio e alla gestione dei rifiuti – e sulle condizioni di lavoro lungo tutta la catena di produzione e distribuzione. In questo modo le aziende stesse possono contribuire alla costruzione di una filiera più trasparente della moda, che parte dalla tracciabilità dei fornitori e dei materiali.
- Promuovere la “cultura della responsabilità”: senza dubbio la tracciabilità dei fornitori e dei materiali lungo tutta la filiera della moda è un aspetto fondamentale che si ripercuote sia in termini di sostenibilità, sia di etica, e che può essere determinante anche per le scelte di approvvigionamento delle aziende. Tale trasparenza aiuta a costruire la fiducia tra i marchi e i consumatori.
- Venire incontro alle esigenze dei consumatori: le informazioni dettagliate che il DPP fornisce sui prodotti, ad esempio con quali materiali sono stati fabbricati, in quali stabilimenti sono stati lavorati, quali sono le certificazioni e gli standard che soddisfano, permettono alle aziende stesse di venire incontro alle esigenze dei consumatori, sempre più guidati da scelte di acquisto consapevoli e che rispettino l’ambiente. Infatti, il 52% dei consumatori millennials si informa sempre prima di acquistare dei capi di abbigliamento, così come il 45% della GenZ. Questo consente agli operatori della filiera della moda di orientarsi verso pratiche etiche, incentivando una maggiore consapevolezza e responsabilità nelle scelte di produzione.
- Favorire gli obiettivi di economia circolare: poiché i DPP migliorano la circolarità attraverso la tracciabilità, aiutano anche a tenere monitorati gli obiettivi regolamentari dell’economia circolare e a verificarne la conformità. In questo modo è possibile aiutare a chiudere il ciclo nella catena di fornitura, riducendo i rifiuti tessili e, di conseguenza, anche l’inquinamento dovuto all’eccessiva produzione di capi che vengono poi invenduti o resi.
Questi sono alcuni dei vantaggi individuati da REMIRA Italia (remira.com/it/), azienda specializzata nell’offerta di soluzioni software avanzate per la gestione della supply chain, tra cui Web Label, il Passaporto Digitale dei Prodotti adottato già da importanti brand nel mondo della moda.
“Negli ultimi anni, la crescente sensibilità ambientale ha guidato molti consumatori verso scelte d’acquisto sostenibili. Per preservare l’ambiente e rispondere alle aspettative dei clienti, l’industria della moda oggi presta particolare attenzione all’ecologia, adottando pratiche come l’eco-design e l’uso di materiali riciclati. L’introduzione del DPP rappresenta quindi un passo fondamentale per garantire la trasparenza e facilitare la transizione verso un’economia circolare che garantisce, prima di tutto, che le informazioni fornite siano affidabili, complete e accessibili per tutti i consumatori e lungo tutta la filiera” – commenta Matteo Sgatti, Regional Sales Manager di REMIRA Italia.
REMIRA
REMIRA, gruppo internazionale nato nel 1993 in Germania, è uno dei principali fornitori di soluzioni cloud supportate dall’intelligenza artificiale per la supply chain e il commercio omnicanale per aziende del settore retail, logistico e, in particolare, per l’industria della moda e del lusso. Con circa 500 dipendenti e un fatturato annuo cumulativo di 50 milioni di euro, REMIRA è una delle più grandi aziende di software che conta oggi oltre 20 sedi in Europa e nel mondo tra cui in Italia a Scandicci (FI) e Firenze.