Il mestiere dell’artigiano si inserisce, oggi, all’interno del dibattito ambientale come una possibile alternativa sostenibile alla produzione in serie, che rappresenta una delle principali cause dell’inquinamento del nostro pianeta, dello sfruttamento della manodopera a basso costo, del lavoro minorile e dello spreco delle risorse. Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), infatti, nel 2020, il settore tessile è stato la terza fonte di degrado delle risorse idriche e dell’uso del suolo. In quell’anno, sono stati necessari in media nove metri cubi di acqua, 400 metri quadrati di terreno e 391 chilogrammi di materie prime per fornire abiti e scarpe per ogni cittadino dell’UE. Numeri che si stima possano solo aumentare se non si decide di invertire la rotta con azioni concrete.
Per far fronte al problema e ridurre l’enorme impatto ambientale causato dal fast fashion, una possibile soluzione è da ricercare nella tradizione e nella produzione artigianale. Non a caso, infatti, l’artigianato vive oggi un momento di grande rinascita e di riscoperta, soprattutto da parte delle nuove generazioni, più attente e sensibili alle tematiche ambientali e alla salvaguardia del pianeta. Sempre più giovani, infatti, si stanno avvicinando al mondo del “fatto a mano”, da una parte come consumatori più consapevoli, disposti a comprare meno ma meglio e dall’altra come produttori, pronti a “sporcarsi le mani” e a farsi protagonisti dell’intero processo produttivo.
Portavoce di questa nuova generazione di artigiani è TA-DAAN, il primo content e-commerce di artigianato contemporaneo. Nata nel 2020, la startup ha l’obiettivo di portare online il mondo delle piccole botteghe artigiane e riunisce oggi una community di oltre 200.000 persone, di cui il 78% è rappresentato da Millennial e Gen Z, e un network di 5.000 artigiani provenienti da tutta Europa, per l’80% costituito da giovani donne.
“Il lavoro artigianale è intrinsecamente sostenibile perché valorizza il recupero dei materiali e la manutenzione degli oggetti, punta sulla qualità rispetto alla quantità e da vita a pezzi unici, custom-made e duraturi, il tutto nel rispetto dei tempi di realizzazione e di una remunerazione dignitosa. – spiega Roberta Ligossi, CEO di TA-DAAN – Ciò detto, gli artigiani che selezioniamo per entrare a far parte del nostro network devono inoltre rendere pubblici i diversi criteri di sostenibilità e trasparenza nella realizzazione delle proprie creazioni, come ad esempio: produzione plastic free, recupero e riciclo dei materiali, assenza di utilizzo di sostanze tossiche o sintetiche e impiego di materie prime di origine naturale.”
Artigianato e sostenibilità secondo TA-DAAN
TA-DAAN nasce con l’intento di avere innanzitutto un impatto sociale, aiutando, da un lato, i piccoli artigiani a crescere e a farsi conoscere anche al di fuori dei confini della propria bottega e, dall’altro, promuovendo una modalità di acquisto e di consumo più sostenibile e consapevole. Tutti gli artigiani presenti su TA-DAAN possono decidere di comunicare la sostenibilità della propria produzione attraverso una serie di criteri, che vanno dalla scelta e dall’utilizzo dei materiali, al packaging al riciclo e restauro degli oggetti. Oltre a ciò, la startup promuove la manutenzione di ciò che si acquista, attraverso, ad esempio, workshop e craft shows di rammendo creativo e kintsugi.